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[VIDEO] CAIVANO, la denuncia di Oddati: “30 ultracentenari tesserati al PD, vediamo se esistono”

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CAIVANO – Ieri si è tenuta la conferenza stampa del candidato alla segreteria Provinciale di Napoli del PD Nicola Oddati per quanto riguarda il Congresso che il PD si appresta ad effettuare a Napoli. Fermo e deciso è stato l’intervento del candidato provinciale che a grandi linee ha fatto intendere che addirittura il Congresso fosse stato organizzato in maniera illegittima poiché le modalità di partecipazione non sono state decise in maniera collegiale. E parole dure sono state usate anche per quanto riguarda alcune anomalie presentate tra i tesserati sia PD che GD. Queste le sue dichiarazioni: “Il congresso non si può fare domenica in queste condizioni, sia per la certificazione della platea che per la condivisione delle regole: ci sono numerosi errori che non posso definire brogli ma la commissione di garanzia faccia una verifica, invii le anomalie ai segretari dei circoli per farli sanare in 48 ore e si rimandi il congresso di almeno 15 giorni”.

Continua il candidato alla segreteria Pd Nicola Oddati. “Su 29.900 iscritti, 10mila sono senza data di nascita; ci sono 150 doppioni in due circoli, 32 iscritti futuri, 101 sconosciuti
47 dispersi cioè cancellati dalla platea 2016, 2mila senza indirizzo, 1260 Gd con più di trenta anni (ce ne uno con 67 anni), 30 ultracentenari buona parte a Caivano e 49 circoli senza sede”, ha spiegato elencando le presunte anomalie.

Come avete potuto leggere all’attenzione di Nicola Oddati ci è finito anche il lavoro di Antonio Angelino, il giovane segretario del PD di Caivano che tra il flop di iscrizioni registrato nelle scorse settimane, fa registrare anche un alto numero di ultracentenari. A memoria d’uomo in realtà a Caivano non si conoscono tanti ultracentenari, ma sicuramente saranno nostre mancanze, speriamo per il bene del segretario Angelino e per il bene della reputazione del PD caivanese che questi ultracentenari davvero esistono e che abbiano anche facoltà di intendere e di volere, visto che tesserandosi dichiarano di appartenere “attivamente” alla vita politica del proprio paese.

A questo punto il segretario Angelino non ci sta e dichiara attraverso il suo profilo Facebook: “A.M. nato l’1 aprile 1935 fondatore della sezione del PCI Caivano, un po’ acciaccato ma attivo e lucido, insieme ad un gruppetto di militanti di lunghissimo corso, da quando sono segretario del circolo mi chiede puntualmente il rinnovo della tessera, pagando la quota e lasciando anche un’offerta libera per le spese del mantenimento della sede, che con fatica, ogni mese tutti gli iscritti insieme onoriamo, per tenere “aperta la serranda” per tenere il PD nella città e tra la gente. 
Bene, oggi A.M. così come gli altri “diversamente giovani” come amo definirli del nostro stupendo circolo, sono stati insultati e mortificati da uno che vorrebbe rappresentarci tutti alla guida del partito Metropolitano. Ora vogliamo capire tutto, l’agone politico, il conflitto, la polemica ma non è tollerabile subire in silenzio chi pensa di strumentalizzare uomini e donne che tutti i giorni si impegnano con proprie risorse perché credono ancora nella bellezza della politica come servizio alla comunità. Noi continueremo a lavorare così, il vostro livore e odio non ci farà arretrare nemmeno di un metro. Per dovere di cronaca gli ultraottantenni di Caivano sono 6″.

Ora, lette entrambe le dichiarazioni e come possiamo ascoltare direttamente dalla bocca del candidato metropolitano alla segreteria del PD Nicola Oddati nel video allegato. Qui non si parla di ottantenni, ma bensì 30 ultracentenari e non si sta parlando neanche di ultraottantenni ma Oddati dice che la maggior parte dei 30 ultracentenari sono iscritti al PD di Caivano. Adesso capiamo l’agone politico, possiamo anche capire che la campagna elettorale alla segreteria metropolitana del partito, intrapresa dal giovane Angelino, magari verte su un altro nominativo, ma questo non dà il diritto di distogliere l’attenzione da quanto dichiarato da Nicola Oddati. I fatti sono gravi. Se quelle iscrizioni di ultracentenari dovessero risultare false, la cosa più intelligente che dovrebbe fare Antonio Angelino è quella di rassegnare le dimissioni da segretario e consegnare anche la sua tessera. E’ inutile che si vira l’attenzione sul piano prettamente elettorale. Qui si sta parlando di eventuali brogli, falsificare il proprio peso politico, oltre che illegittimo è una cosa eticamente e moralmente abominevole. Si spera con tutto il cuore che il PD di Caivano non sia sceso così in basso, visto che a mettere la cittadina caivanese in imbarazzo già ci pensano altri problemi ben più gravi di questo. E Caivano, allo stato attuale, certamente non ha bisogno di queste figure barbine, ma ha bisogno di una classe dirigente che sia all’altezza della situazione e che non faccia neanche minimamente pensare ad altri esponenti politici sovracomunali che essa possa giocare scherzi così meschini.

Nell’attesa che venga stabilita la verità sulla questione, i cittadini caivanesi si domandano, e noi domandiamo al segretario del Partito Democratico caivanese, se non si possono conoscere i nominativi degli ultracentenari caivanesi piddini, possiamo sapere almeno il numero? Grazie

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CAIVANO. Flop Carovana Rosa. Quanto dichiara Dispenza indigna la parte sana della città, compreso il Direttore di Minformo

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CAIVANO – Ero molto combattuto dal dover esprimere la mia opinione su quanto dichiarato dalle autorità caivanesi all’indomani del flop – perché in questa città è ora di dare il nome giusto alle cose – ottenuto all’evento della Carovana Rosa al Parco Livatino.

È giunta l’ora di dire basta alle strumentalizzazioni, alle etichette e agli opportunismi. Caivano è si terra di camorra, di politici corrotti e di assoggettamento alla criminalità. Ma Caivano è anche città di gente perbene, laboriosa, professionisti, artisti e sportivi che militano nelle più alte categorie nazionali.

Il flop all’evento del Giro d’Italia non è dovuto alla mancata voglia di recepire segnali di legalità da parte dei caivanesi come dichiarato dal viceprefetto Filippo Dispenza ma è dovuto ad una scarsa organizzazione e ad una scarsissima Comunicazione e chi lo sta scrivendo, parla con cognizione di causa, dato che si vanta di essere un professionista serio e perbene della società caivanese nel campo della Comunicazione.

Un evento nato e finito nell’inesistenza mediatica assoluta. Nessuno sapeva di questo evento e per giunta organizzato in un Parco, dove bastava solo bonificarlo e sorvegliarlo per sottrarlo ai narcotrafficanti e tossicodipendenti non certamente per usarlo come centro nevralgico degli eventi cittiadini. Un evento locato in un parco dislocato, lontano dal centro, organizzato di mattina quando la gente perbene di Caivano lavora e dove le massaie che avrebbero dovuto accompagnare i figli, non si sarebbero mai sognate di fare chilometri a piedi sotto il sole.

Per questo motivo, chi è incapace di amministrare e chi non conosce il territorio, deve smetterla di fare il Polizione dell’Interpol con la convizione di essere venuto a Caivano a fare una guerra metropolitana contro 36mila camorristi e spacciatori.

Assumersi le proprie responsabilità e ammettere di stare a governare male una città complesssa come Caivano è la prima di ogni azione nobile e onesta che si potrebbe fare.

Perchè se si vuole scendere sul personale contro ogni caivanese – dato che io dalle dichiarazioni di Dispenza mi sento più che offeso – col famoso sistema del “chi songhe io e chi si tu” allora chiedo al viceprefetto Dispenza di spiegare ai caivanesi cosa è successo nel suo recente passato a Vittoria in Provincia di Ragusa quando anche lì ricopriva il ruolo di Commissario Prefettizio?

I colleghi giornalisti siciliani de “isiciliani.it” tra la primavera e l’estate del 2020 scrivevano di un rapporto di amicizia tra il Commissario Dispenza e un certo Antonio Calogero Montante imprenditore ex icona antimafia, condannato in primo grado dal Tribunale di Caltanissetta a 14 anni di reclusione per associazione per delinquere di stampo mafioso. Scrivevano inoltre, che grazie a tale rapporto si è agevolato l’assuzione del figlio di Dispenza ad opera della Ksm e, in successione, di altre società del gruppo, e che tale assunzione è inserita dagli inquirenti nella lista dei favori richiesti a Montante e da questi concessi.

Sono sicuro che il Dispenza saprà giustificare queste accuse ricevute in passato e sono sicuro che la sua integerrimità farà sì che egli risulti totalmente estraneo a questi fatti ma i quesiti sorgono solo per fare una riflessione insieme al commissario e ai lettori che mi leggono.

Vorremmo essere sicuri che oggi chi ci amministra e chi addita i caivanesi come quelli ostativi nei confronti della legalità sia per primo lontano anni luce da certi ambienti e sapere se sono vere o no quelle notizie riportate dai colleghi. Tutto qui!

Anche perché il Commissario Dispenza, come tutti quanti gli esseri umani, non è un uomo unto dal Signore né detiene il monopolio dell’antimafia ma deve comoprendere solo che è il contesto in cui è stato catapultato è montato solo come un caso mediatico e strumentale e il fatto che oggi tutti i caivanesi siano vittime di etichette e generalizzazioni negative non fa altro che indignare la parte sana della città che stanca ora grida BASTA! Quindi BASTA!

Un umile caivanese onesto stanco delle strumentalizzazioni e che pretende rispetto dalle autorità!

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De Luca torna sull’argomento: “Don Patriciello non ha il monopolio della lotta contro la camorra”

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NAPOLI – Non si placa la polemica intorno alle parole dichiarate dal Governatore De Luca nel suo intervento social a riguardo la satira usata nei confronti del prete Maurizio Patriciello.

Dopo il botta e risposta avuto direttamente con la Premier Meloni, il Presidente della Regione Campania è tornato di nuovo sull’argomento e alcuni minuti fa, attraverso la sua pagina social ha scritto: “In relazione al polverone sollevato dall’on. Meloni, che non ha evidentemente nulla di serio di cui parlare, è utile precisare che la mia battuta non riguarda don Patriciello, ma la scorrettezza di chi ha strumentalizzato a fini di propaganda politica – quando ha presentato l’ipotesi di premierato – figure pubbliche che non c’entrano nulla con le riforme costituzionali.

Quanto a don Patriciello, sia detto con il massimo rispetto, ma con assoluta e definitiva chiarezza, che apprezziamo le sue battaglie, ma che non ha il monopolio della lotta contro la camorra. Ci sono innumerevoli cittadini, lavoratori, uomini di Chiesa e giovani, che sono quotidianamente e silenziosamente impegnati in questa battaglia. E che qualcuno di noi questa battaglia la fa da cinquant’anni, e magari avendo rinunciato a ogni scorta.

Per il resto, siamo impegnati oggi in un lavoro importante e positivo, anche con il contributo fondamentale del mondo religioso, sui temi della famiglia e della relativa legge regionale a cui stiamo lavorando. E stiamo combattendo, da soli, per sbloccare le risorse decisive per aprire cantieri e creare lavoro.

Suggerirei a don Patriciello, amichevolmente, di avere un po’ più di ironia, soprattutto quando ci si presenta non sul piano dei rapporti istituzionali relativi alla tutela del nostro territorio, ma sul piano improprio della politica politicante”.

Il pensiero che parecchi cittadini hanno sempre formulato ma che hanno sempre represso finalmente si è palesato nelle parole del Governatore De Luca. Come li definiva Leonardo Sciascia, questi personaggi possono essere ascritti tra i “professionisti dell’antimafia” mentre c’è gente che in maniera silente e mettendo a repentaglio la propria vita, senza alcuna protezione, lotta contro la criminalità mettendo alla luce tutte le sue malefatte ogni giorno.

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CAIVANO. Occupazioni abusive al Parco Verde. Dissequestrate due abitazioni dal Tribunale del Riesame.

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CAIVANO – Prosegue il processo di legalità nel comune gialloverde e precisamente al Parco Verde. I lavori della Procura volti ad individuare le occupazioni abusive all’interno dell’agglomerato caivanese stanno proseguendo e all’interno di essi c’è da registrare l’ottimo lavoro svolto dall’Avv. penalista e Prof. di Diritto Penale Michele Dulvi Corcione che è riuscito a dimostrare l’estraneità ai fatti contestati per due famiglie sue assistite.

Infatti, per due famiglie caivanesi del Parco Verde è terminato l’incubo grazie al fatto che il Tribunale del Riesame di Santa Maria Capua Vetere ha annullato il sequestro degli immobili che secondo la Procura della Repubblica risultavano essere occupati abusivamente.

A quanto pare, queste, sono state le uniche due famiglie a godere di tale provvedimento. Come ebbe a dire anche il Prefetto Michele Di Bari, ogni caso è a se e queste due famiglie, grazie al solerte lavoro del loro avvocato, sono riuscite a dimostrare l’effettivo lecito utilizzo del proprio immobile. Tutto bene ciò che finisce bene.

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